A quasi un anno dall’inaugurazione (ndr. domenica 3 ottobre
2010), il progetto Orti Condivisi lanciato dal Dicastero ambiente del
Comune di Chiasso, in collaborazione con Radix Svizzera italiana, con il
sostegno di Promozione Salute Svizzera, su un progetto architettonico
dell’Officina del Paesaggio, ha superato ogni aspettativa. Il successo è
tale che le 38 parcelle di 30 mq, inizialmente previste sul terreno
messo a disposizione gratuitamente dalle Ferrovie Federali Svizzere,
sono state suddivise in 58 appezzamenti e 1 “orto accessibile” per
persone disabili in modo da poter soddisfare le numerose richieste.
Per documentare questa esperienza unica nel suo genere alle nostre
latitudini, il regista Olmo Cerri ha realizzato un documentario
intitolato “Orti Condivisi di Chiasso” (2011, durata 30 minuti) in cui
vengono ripercorse le diverse tappe legate alla realizzazione di questa
iniziativa: la presentazione del progetto alla popolazione, i lavori di
esecuzione dell’opera da parte degli operai comunali e dei richiedenti
d’asilo del Centro di Registrazione nonché le interviste agli ortolani
chiassesi e le immagini dei loro rigogliosi appezzamenti. A tutti i
partecipanti alla proiezione sarà offerta una copia omaggio del
documentario di Olmo Cerri.
Per rivivere insieme questa esperienza il Comune di Chiasso, in
collaborazione con Radix Svizzera italiana, l’Officina del Paesaggio e
l’Associazione Orti comunali del Penz, organizza Giovedì 15 settembre
2011 la proiezione del documentario di Olmo Cerri “Orti condivisi di
Chiasso”. Il documentario, presentato lo scorso 6 luglio in occasione
del Film Festival Centovalli, sarà introdotto dal giardiniere e
paesaggista Jean-Laurent Felizia che parlerà di come ognuno di noi,
lavorando da giardiniere, può prendersi cura del paesaggio e del mondo
che ci circonda.
Il progetto degli Orti condivisi di Chiasso, ampiamente condiviso dal
Municipio, dal Consiglio comunale e da un numero sempre crescente di
cittadini chiassesi, non rappresenta unicamente una superficie da
coltivare, ma un giardino dove trascorrere delle ore liete, un luogo
d’incontro in favore di una migliore qualità di vita, nonché un illustre
esempio di riqualificazione di uno spazio da tempo negletto.
Prendersi cura dell’orto, significa prendersi cura della propria
salute, ma non solo… Prendersi cura dell’orto significa anche prendersi
cura del mondo in cui viviamo. Il progetto architettonico, concepito
dall’Officina del paesaggio, evoca la storia e le attività economiche
chiassesi, in particolare il trasporto e la spedizione. Questa originale
struttura è stata creata assemblando delle “palette” – quelle
abitualmente impiegate per il trasporto delle merci – con le quali sono
stati realizzati dei muri a secco riempiti con del ghiaione. Oltre alla
valenza simbolica, i muri a secco di palette, rispondono in modo
funzionale a diverse esigenze: permettono, per esempio, di contenere il
terriccio di coltivo, di delimitare chiaramente gli appezzamenti, di
definire una solida struttura di recinzione ma possono anche diventare
delle comode sedute per soste o chiacchierate. Gli orti hanno così
creato una nuova centralità, vale a dire un luogo dove la gente vive,
condivide. In sostanza questi orti sono una possibilità, in forma
sperimentale, di quello che potrebbe essere oggi un nuovo spazio
pubblico.
Oltre ai numerosi riscontri positivi da parte della popolazione,
l’originalità di questo progetto, la sua valenza sociale e l’impatto a
livello ambientale, hanno ricevuto importanti riconoscimenti sia a
livello nazionale che internazionale guadagnandosi diversi spazi in
diverse riviste di settore.
Attualmente (agosto 2011), sono 57 le persone domiciliate e 2 le
istituzioni che partecipano a questa iniziativa: il laboratorio “L’idea”
della Fondazione Diamante e il Centro di registrazione per richiedenti
d’asilo. Tra i partecipanti non ci sono solo anziani, ma anche giovani e
famiglie con bambini di diverse nazionalità e origine sociale
diversificata che svolgono un’attività condivisa all’interno di una
struttura condivisa offrendo inattese occasioni d’incontro
intergenerazionale e interculturale.